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Piero Franceschetti (critico)
" Pittura elaborata e meditata d’intensa effusione cromatica e di notevole sensità di pensiero introspettivo.
Mario longhi si addentra con serio impegno in una ricerca pittorica partecipe dell’informale, organizzando un vivido magma di colori fluenti in matasse corpose, che generano illuminazioni e apparizioni fantomatiche su sfondi di tenebre misteriose.
L’elemento dominante è il dinamismo di un flusso ondoso entro spazi siderali, percorsi da enigmatiche entità migranti.
L’impressionante immensità spaziale suscita anche immagini di profondità della psiche ove da ombre immani filtrano barlumi di verità affioranti dal subconscio.
Alcune opere escono da quest’aura informale e cosmica con annotazioni veristiche che si interpretano con la pop-
Renato Bonaglia (critico – Gazzetta di Mantova)
"La mostra, che ha trovato idonea collocazione nell’austera "Sala Grande" del forte Magnagutti, ha interessato gli appassionati del "pennello", soprattutto per l’espressione pittorica ispirata ad un astrattismo di netto sapore romantico"
Salvatore Maugeri (critico)
"La sua è una pittura intessuta di sensibili atmosfere di un lirismo contenuto che trova gli accenti maggiormente convincenti nello sfumato di forme che, originate da emozioni connesse alla conservazione del reale si traducono in immagini astratte filtrate, decantate dal colore assai misurato e accordato. Altre volte invece l’origine del dipinto è concettuale e cerca l’immagine simbolica per sottolineare una situazione esistenziale emblematica.
Anche in questi casi, i termini espressivi non mutano e la resa pittorica risulta altrettanto felice".
Valentina Casarotto (docente di storia dell’arte)
"Mario Longhi è un artista complesso che ama mettersi in gioco, come si vede dall’ampiezza e differenza di temi e tecniche.
Negli anni settanta con la tecnica dell’olio Mario Longhi effettua un attento studio del figurativo con paesaggi e marine. Negli anni ottanta approda al figurativo moderno, un atecnica mista con collage olio e acrilici. Il colore è sempre sontuoso protagonista della sua portica. In questi dipinti ci mostra paesaggi sconfinati di mondi mai esplorati, una dimensione sospesa tra fiaba e fantascienza.
Con la partecipazione costante ai concorsi di pittura, un elenco interminabile, alla fine degli anni ottanta e inizio anni novanta Mario Longhi ha avuto un apprezzamento deciso della critica, con elogi di Aldo Lucchetti e Piero franceschetti. Mario Longhi affida le sue riflessioni sui valori della civiltà, della cultura, sui grandi interrogativi della scienza, astronomia, genetica e della filosofia e riattribuisce all’arte il compito della denuncia sociale, come il decisamente ispirato dipinto "rifiuti" dell’84 malinconico presagio del nostro tempo.
Un giornalista ha definito il suo un astrattismo romantico mi permetto di sostituire l’aggettivo romantico con lirico, poiché se da un lato le opere astratte di Mario Longhi scandagliano dimensioni interiori dall’altro è certo invece, che l’ispirazione lirica della sua cromia fa sempre breccia nel cuore del riguardante".